All’ombra

Sfortunatamente c’è chi apprezza la tratta dell’olivo secolare nell’estirpata cattività padana e chi, anzichè vivere le piccolezze dei parvenu del giardinaggio, dedica parte del suo tempo a rendere onore a vetuste chiome, germinate e cresciute nell’era pre-qualunquecosa. Andandole a cercare a casa propria, come fossero nonne affezionate e resistenti. I secondi apprezzeranno senza dubbio il Quaderno degli alberi antichi e leggendari di Paola Fantin edito da Kellermann, un testo romantico nell’ispirazione e ibrido nella stesura oscillante tra il taccuino di viaggio, il libro per ragazzi, la guida turistica, il quaderno di racconti e la graphic novel. Nel contesto paesaggistico gli alberi secolari hanno il ruolo particolare e discreto dei catalizzatori emotivi e forse sono omologhi di alcune cattedrali e di certi castelli nell’urbanistica. Marcano un territorio ma non lo coprono, rappresentano ed attraggono ma non fanno ombra, sebbene le leggende circa la loro chioma di solito si sprechino coinvolgendo frotte di soldati e carri armati nascosti.

Per redarre un libro che ne parli e ne valorizzi il potenziale turistico personale -quello dell’incontro dimesso, del dialogo e della scoperta intima- la parte arboricola e botanica può permettersi di cedere il passo allo stratagemma empatico, quello che porta verso senza per forza spiegare.  Cosi’, pur a fianco di una sezione di astrologia arborea invero posticcia, si ritrovano stampate in confidenziale manoscritto le indicazioni necessarie a raggiungere i verdi custodi dei boschi del centro-nord, in particolare del Triveneto. Le foto ricordo lasciano spazio all’evocazione del disegno, dello schizzo improvvisato ed i testi riportano con garbo l’epica semplice di ogni meta, con brevi cenni adatti alla fascinazione dei più piccoli.  Il percorso continua poi anche su Facebook, con segnalazioni ulteriori dall’Italia e da altri paesi del mondo.