Just my Cup of Tea

Commodity dal mercato fiorente e globale ed al tempo stesso bandiera dell’erboristeria no-age, il tè verde è da tempo una delle piante medicinali più studiate nei laboratori di mezzo mondo. Solo nelle ultime settimane sono andati a stampa un bel numero di pubblicazioni su attività in vitro e su animali, più che altro indicative di possibili ed eventuali futuri sviluppi.

Poco alla volta ad esempio si affinano le conoscenze sulla biochimica della digestione delle catechine del tè verde ed anche sugli effetti positivi dell’aggiunta del limone, con ricadute sulla prevenzione della carcinogenesi in sistemi modello. Il consumo orale di tè verde sembrerebbe essere poi collegato ad un minore rischio ossidativo causato dalle apnee notturne (e qui siamo al confine tra ricerca e curiosità), con conseguente miglioramento delle capacità cognitive e mnemoniche in animali da laboratorio (qui il pdf). E’ invece disponibile solo un lancio d’agenzia relativo ad una comunicazione a congresso, ma sarebbe bello avere presto maggiori dettagli circa una sinergia positiva osservata tra trattamento antibiotico e polifenoli di Camellia sinensis, che a quanto si evince dall’abstract (ma non dal lancio di cui sopra) si riferisce a studi in vitro e non su pazienti reali. Estratti ricchi in polifenoli del tè verde hanno dato poi esito positivo come trattamento coadiuvante per contrastare effetti collaterali della radioterapia, limitando per via topica i fenomeni infiammatori e promuovendo la rigenerazione della cute lesionata. In questo caso una parte delle evidenze viene da prove dirette sull’uomo. Passando dagli utilizzi fitoterapici futuribili a quelli più concreti, il numero di aprile della newsletter della Mayo Clinic offre una panoramica complessiva su limiti ed efficacia. La versione completa è a pagamento, ma un riassunto si può leggere qui.

Ed infine, per il settore tossicità, sembra sempre più definito il quadro tossicologico, grazie alla recente definizione del livello effettivo di genotossicità di catechine e relativi gallati (qui il pdf) ed alla definizione del NOAEL (No-observed adverse effect level) per le catechine del tè verde, pari a (763.9 mg/kg al giorno per i maschi e 820.1 mg/kg per le femmine). (qui il pdf).

A fronte di questo fermento di ricerca, il mercato globale del tè sembra tuttavia attraversare un fase di impasse: l’offerta cresce più in fretta della domanda ed i ritorni per i produttori alla base della piramide commerciale iniziano a contrarsi. Anche dietro la spinta salutistica, i volumi di vendita del tè verde sono in crescita, mentre quelli del tè tradizionale si contraggono e si contrarranno ulteriormente in futuro. Nei giorni scorsi a Hangzou in Cina un meeting organizzato dalla FAO ha fatto il punto sulle nuove strategie per allargare il mercato del tè. Si è parlato anche di qualità e di una più diffusa adozione della certificazione ISO 3720.