All’anagrafe, Renato Bruni. Lavoro presso il Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco e insegno presso i corsi di Laurea in Scienze Gastronomiche e in Farmacia dell’Università di Parma, dove mi occupo di piante medicinali, integratori alimentari e delle varie sostenze chimiche prodotte dalle piante. Sono co-fondatore del gruppo di ricerca LS9-Bioactives & Health, dedicato allo studio dei legami tra botanica applicata, sostanze naturali, alimenti, salute e nutrizione.
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Complimenti per il blog !!! dai sempre molti spunti di riflessione e soprattutto la possibilità di un ottimo aggiornamento.
Che cosa insegni a Parma, io insegno al corso di Laurea in TE di Pisa tengo il laboratorio di prodotti salutistici. a risentirci Ilde Piccioli
Grazie! In effetti questo blog è nato con il fine di avere un buon pretesto per restare aggiornato il più possibile, soprattutto in chiave didattica. Mi fa piacere che possa svolgere la stessa funzione anche per altri. I corsi li trovi elencati cliccando sul mio nome qui sopra.
Grazie!! spero di poterti incontrare di persona, perchè sono un po impedita col computer…. a presto
E’ possibile avere qualche notizia sulla borragine (Borago officinalis L.) e sulle sue presunte proprietà tossiche? Il mio interesse non è erboristico ma alimentare. Conosco e raccolgo (soltanto) due o tre piante alimurgiche e la borragine è una di queste.
Da quanto ho letto la pianta contiene alcaloidi pirrolizidinici e, anche se essi sono presenti in piccola quantità (0,001% nella pianta secca), mi sembra (da profano però) che il quantitativo di PAs non sia trascurabile, in relazione ai valori di dose giornaliera tollerabile previsti da alcune nazioni (ad es.in Australia la PTDI è di 1 μg/kg b.w./day) , mentre il COT ha stabilito una TDI di 0.1 μg riddelliine/kg b.w./day per l’esposizione a PAs negli alimenti), anche se tali valori sono riferiti ad un consumo quotidiano e prolungato nel tempo.
Nella comunità europea, come sai già, la pianta non è ammessa nella composizione degli integratori alimentari, in quanto si è stabilito che i rischi legati all’uso della pianta sono superiori ai benefici ottenibili dal suo uso (l’olio invece non contiene PAs).
Purtroppo gli studi sulla borragine che ho reperito sulla rete sono pochi (al contrario delle ricette), ma non ho reperito nessun caso di intossicazione derivante dal consumo della borragine (al contrario ad esempio dei casi clinici attribuibili alla Consolida e ad altre specie).
In uno studio dell’EFSA si dice che il basso livello di alcaloidi può spiegare la mancanza di resoconti di tossicità acuta dovuti all’uso di borragine.
Grazie
Benvenuto. A quanto mi risulta l’ultima sintesi sulla tossicità dei PA negli alimenti è quella australiano-britannica del 2007, poi implementata nel 2008. Ancora più recente il punto della situazione di un organismo legato all’HPA/FSA britannico. Tutte queste trattazioni riguardano i PA in toto ed occorre andare a setacciare le informazioni con cura, per passare dal generale al particolare. Non sempre questo porta a risultati precisi. Ovvero si scopre ad esempio che su alcuni PA esistono dati tossicologici certi, su altri si sospetta un’azione nociva e su altri ancora non si sa quasi nulla ma richiamando ad un principio di precauzione si consiglia di limitarne l’assunzione. Idem sulla loro abbondanza precisa nei diversi organi delle piante “incriminate”.
Segnalazioni di intossicazione alimentare da Borragine non ve ne sono, effettivamente. E la Borragine non è la sola pianta alimentare a rischio potenziale (l’esempio del prezzemolo è il primo e più triviale a venire in mente). Oltre al basso livello citato da EFSA può esistere anche una motivazione strutturale a tutto questo: la definizione “alcaloidi pirrolizidinici” è relativamente ampia ed include due categorie principali, quelli saturi e quelli insaturi, laddove per insaturazione si intende la presenza di un doppio legame su uno dei due anelli condensati (ho aggiunto un’immagine in calce). Gli insaturi come le riddelline sono considerati più tossici, i saturi quasi sicuri. I fiori di borragine ed anche le foglie contengono principalmente thesinina, un PA saturo, e tracce di quelli insaturi (la letteratura però non è molto estesa [1], [2]). Dato il loro consumo limitato la soglia nociva non viene probabilmente superata, anche se da quel che leggo non esiste una definizione precisa di questa soglia.
Legenda: 1 PA insaturo, 2 PA saturo
Luna d’ argento con stelle dorate, gnomi, folletti e fatine incantate, una pioggia di auguri ed un pensiero fatato per un Nuovo Anno magico e fortunato!
La borragine qui in Liguria è fondamentale nella preparazione dei ravieu (o raieu a seconda della zona) da secoli. Se fosse tossica, le nostre nonne se ne sarebbero accorte.
Secondo le mie nozioni di tossicologia non bisogna superare la dose di due tisane giornaliere di infuso, preparato con le parti aeree di Borrago officinalis. Anja Latini
BLOG STPENDO ,MOLTO INTERESSANTE …COMPLIMENTI !!!
Molto interessante il suo blog. Sono una dietista di Roma
Gentile dottor Bruni,
Le scrivo perchè come erborista raccolgo e trasformo diverse piante medicinali spontanee della nostra zona (Urbino). Nonostante gli assidui studi (:.-)) non riesco a trovare un testo che spieghi quali solventi usare per estrarre al meglio i principi attivi.
Forse posso partire dalla sostanza più importante, ad esempio oli essenziali, o glucosidi, ecc. Ma non sempre sono in grado di dire cosa estrae meglio una sostanza, purtroppo.
Resta poi il fatto del fitocomplesso che conta più della singolo componente.
Le sarei davvero grata per un aiuto,
Con i migliori saluti
Karin Mecozzi
Credo che la risposta migliore sia consigliare un buon libro sull’argomento, con diverse ricette e protocolli: (http://www.tilibri.com/libri/manuale_delle_preparazioni_erboristiche.html)
Complimenti ! e pure Sinceri.
Non altro.
Rarissimo trovare un blog così in rete. Bravi bravi bravi.
Diably
[…] aver letto il post sul microbioma del fiore del melo, Renato Bruni mi ha scritto che “nel caso dell’elleboro il microbioma del nettare ha anche […]
Grazie per le informazioni,non sapevo a chi chiedere,complimenti per il vostro blog
[…] gli studi stessi e le rispettive conclusioni. Come ci dice Renato Bruni nel suo interessantissimo articolo sull’olio di palma: “L’olio di palma integrale, non raffinato, è salutisticamente migliore di quello raffinato e […]
[…] una delle mie ultime passeggiate in libreria, la deliziosa copertina del saggio di Renato Bruni, Erba Volant, mi ha catturata: raffigurava semi volanti, quelli dei soffioni, su un colore di […]
Gradirei un suo parere in riferimento alla proclamata intenzione da parte di molte istituzioni di procedere alla piantumazione di milioni di alberi in ambito urbano per sopperire alla cronica incapacità di risolvere altrimenti il problema della qualità dell’aria , delle isole di calore e del riscaldamento globale : si tratta di un processo portato avanti con metodi scientifici ? come sta reagendo il mondo accademico a queste “grida” ? Non le nascondo che ho letto sul suo “Le piante son brutte bestie” la sua posizione in merito e proprio per questo non riesco a comprendere la mancanza di un dibattito in merito.
Trovo del tutto condivisibile questa analisi fatta da colleghi esperti in gestione forestale.
https://www.climalteranti.it/2020/01/03/le-foreste-ci-salveranno/
Buona lettura!
[…] alla conferenza, “Erba Volant – imparare l’innovazione dalle piante”, tenuta dal prof. Renato Bruni, professore associato in Botanica e biologia farmaceutica presso il Dipartimento di scienze degli […]