Piante, vaccini e contropiede

Per tutti i grandi difensori della storia, da Beckenbauer a Cannavaro fino a Virgilio Maroso, il gioco d’anticipo è sempre stato fondamentale. Soprattutto se sei meno fisicato del tuo avversario, una volta che l’attaccante più grosso, più veloce, più alto o più organizzato ci arriva prima di te, cavargli la palla è un problema. Un grosso problema.

Se vi ricorda qualcosa circa un altro tipo di palle, ad esempio quelle che girano su piante e salute, è perché effettivamente si tratta di una situazione simile: una volta che il gioco è in mano agli altri diventa difficile non andare a raccogliere il cuoio in fondo alla rete. Così, tocca tentare l’anticipo immaginando dove andrà a finire ogni passaggio, anche quello nato da una carambola involontaria.

Ad esempio, da venerdì gira il nome di una “nuova” azienda produttrice di vaccini, la Novavax. Sono usciti i risultati di alcuni robusti studi clinici sul suo candidato, un vaccino costruito su uno schema più convenzionale rispetto a quelli già approvati e per il quale è necessaria la presenza di un adiuvante. Io non so granché di virologia e affini ma mi arrangio con quel che tiriamo fuori dalle piante, per cui nel mio campetto da oratorio la vera notizia è che l’adiuvante della Novavax è ricavato direttamente da un albero cileno che si chiama Quillaja saponaria.

Parlandone con l’amico immaginario che mi aiuta a non subire goleade dalla pandemic fatigue, mi sono venuti in mente Beckenbauer, Cannavaro e Maroso. Secondo me qualcuno sicuramente più grosso, più veloce o più alto potrebbe partire dal vaccino Novavax e raccontare di una pianta chiamata saponaria che cura o protegge da SARS-COV-2. Per cui, sperando di non lussarmi una spalla come Backenbauer, di non prendere una gomitata sullo zigomo come Cannavaro e soprattutto sperando che il mio prossimo aereo non caschi su Superga, il giro palla su Quillaja saponaria e coronavirus è questo.

1. Dentro non c’è “una pianta”.

Il vaccino contiene delle precise molecole purificate, una combinazione di saponine chiamata QS-21, estratte e purificate dalle foglie e dalla corteccia. QS-21 non è “il vaccino”, solo un suo ingrediente. Rappresenta una porzione minima di tutte le saponine presenti, che a loro volta sono una porzione di tutto quel che sintetizza l’albero. E le altre saponine sono meno amichevoli, al punto che la pianta intera è velenosa.

2. Il nome racconta una storia

Si indicano con quella sigla perché quando l’estratto viene purificato si ottengono delle frazioni. QS-21 come certi ideogrammi giapponesi sta per una cosa elaborata come “21ma porzione che esce dallo strumento purificatore”.

3. QS-21 non è una novità

L’uso di queste saponine è consolidato da anni. Esistono più vaccini veterinari e almeno due importanti vaccini umani autorizzati che le impiegano: uno si chiama Shingrix ed è destinato a proteggere da Herpes zoster e uno si chiama Mosquirix e come suggerisce il nome è un tentativo di vaccinazione antimalarica. Addirittura le stesse saponine (a dosi precise e con la giusta purificazione) finiscono da decenni nelle bibite gasate per stabilizzare e rendere consistente la schiuma, ovvero sono ingredienti autorizzati dall’industria alimentare registrati in Europa come E999.

4. QS-21 non previene le infezioni da virus.

O quantomeno non si sa se lo fa: non ci sono studi sull’uomo per un’eventuale azione antivirale né di Qs-21 né delle altre saponine estratte da questo albero.

5. Le saponine sono tossiche, ma

Ma non tutte sono tossiche allo stesso modo: QS-21 è abbastanza “buona” da fornire una dose efficace nei vaccini senza causare problemi. Idem per i materiali alimentari, anche se esiste una differenza di rischio enorme tra ciò che si mangia e ciò che viene direttamente iniettato: vi sconsiglio di iniettarvi un estratto dell’insalata che mangerete a pranzo.

6. Si possono fare farmaci usando molecole naturali.

Di sostanze vegetali usate per curare o per ispirare medicine son pieni gli scaffali. Per farlo però occorrono prove solide, che per il QS-21 ci sono e per moltissime piante no. I prodotti per la salute non andrebbero distinti per origine (naturale/artificiale, grezzo/purificato, semplice/complesso), ma per qualità degli studi.

7. Non è la stessa saponaria dei detersivi, anche se.

Quelle sono Saponaria officinalis e Sapindus saponaria. Però la classe di sostanze è la stessa e molte piante contengono saponine, che si chiamano così perché hanno una parte amica dell’acqua e una amica dei grassi, ovvero formano micelle come un sapone. Nel vaccino Novavax QS-21 viene usato per formare proprio micropalline assieme a fosfolipidi e colesterolo e sono quelle che agiscono sul nostro sistema immunitario. Tra l’altro, questa combinazione riduce quel po’ di tossicità che anche QS-21 si porta dietro.

8. Adiuvante non significa immunostimolante.

I vaccini basati su antigeni purificati possono essere scarsamente immunogenici, per cui va aggiunto qualcosa che li aiuti ad aumentare l’intensità e la durata della protezione. Un adiuvante è un composto di qualsiasi origine che per motivi non sempre chiari riesce a dare questa spinta. QS-21 è un po’ come la frizione di un’auto da corsa, senza la quale non si va da nessuna parte nemmeno se sotto al cofano ci sono 3000 cavalli. E viceversa, senza motore e telaio (senza il cuore del vaccino) usare solo l’adiuvante è come sedersi su una frizione e pretendere di vincere a Monza. Gli adiuvanti non “innalzano le barriere del sistema immunitario”: lo predispongono a funzionare meglio quando interagisce con un preciso antigene, portano la potenza alle ruote.

9. Qualcuno sta provando a usare anche altre saponine.

Soprattutto nell’ambito dei vaccini veterinari gli studi stanno crescendo. Si studiano saponine di altre piante note all’erboristeria come Astragalo e Ginseng, ma pur essendo una frontiera di ricerca interessante non abbiamo niente di conclusivo. Probabilmente gli esiti saranno analoghi a Qs-21: a funzionare come adiuvanti saranno certe dosi di precise molecole e non “le piante”.

10. Approvvigionamento e costi sono un limite.

Con le piante niente è semplice e avere “qualcosa che funziona” non significa vincere la partita. Prima della pandemia venivano raccolte dalle foreste cilene 20.000-50.000 tonnellate di biomassa e solo una piccola parte va nei vaccini a un costo non trascurabile: un grammo di QS-21 vale oltre 100.000 euro e la dose per ogni vaccinazione costa circa 5 euro. Dieci anni fa si è stimato che la produzione fosse sufficiente per appena 6 milioni di dosi e va quindi costruita una filiera pari alle esigenze pandemiche. Già oggi le autorità cilene hanno imposto normative rigide sul rapporto tra raccolta e piantagione di nuovi alberi di Quillaja, ma è probabile che ci si dovrà svincolare dalla pianta sintetizzando le saponine.

11. Non possiamo farne un integratore “per prevenire le malattie virali” o “per potenziare il sistema immunitario”

Le ragioni sono varie, ma la domanda è lecita visto l’uso alimentare. La prima è che la pianta intera è tossica e non contiene solo quel che usa Novavax. La seconda è che, mentre per QS-21 sappiamo vitamortemiracoli grazie a fronte 120 e passa studi clinici, la pianta così com’è e i suoi estratti non sono mai stati studiati sull’uomo in modo adeguato per gli scopi tra vigolette. La terza è che quando si mangia qualcosa vanno in circolo nel sangue cose diverse rispetto a quando si inietta. La quarta è che Quillaja saponaria sta sì tra le piante autorizzate in Italia negli integratori, ma l’unica indicazione possibile riguarda la “fluidità delle secrezioni bronchiali”

12. Vale la pena modificare l’indicazione d’uso?

Servirebbe dimostrarne il coinvolgimento nelle azioni virgolettate sopra. Questo costa, ma i benefici non tornerebbero a chi spende. Una volta inserite nella lista è tanaliberatutti, ovvero anche le concorrenti di chi ha speso per l’aggiornamento potrebbero usare le stesse diciture. Questa è una cosa fondamentale per capire il mercato degli integratori e prima o poi ci tornerò su.

È tutto dal campetto, scegliete voi se volete giocare d’anticipo con l’eleganza di Beckenbauer o se preferite rifarvi al “o passa la palla o passa la gamba, entrambe no” di Paolo Rónald Montero Iglesias.